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Geological Tours

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Il ghiaccio e il fuoco - cambiamenti climatici ad uso del viaggiatore ?
 

autore:    Marco De Zuani [16-10-2007]

L?Italia brucia e non solo?intere nazioni interessate da vasti incendi, vittime del fuoco, della siccità?notizie entrate spesso nelle nostre case durante l?estate appena trascorsa dopo un inverno ai minimi storici di precipitazioni e record di temperature nel Nord d?Europa.
C?è un evoluzione in corso o va veramente di moda, nel mondo giornalistico, parlare di clima ?

Probabilmente entrambe le ipotesi sono veritiere, non è una novità infatti che questi argomenti facciano ormai presa sul grande pubblico, tanto più se le notizie sono catastrofiche. Qualcosa però sta realmente succedendo, ma ne stiamo davvero comprendendo cause ed effetti?
Capire le dinamiche meteo-climatiche è un impresa molto difficile e se, alle già molte variabili presenti, aggiungiamo anche quella del famigerato effetto antropico, districarsi diventa quantomeno complesso.
Delle tante notizie lette, una cosa sembra mettere d?accordo i maggiori esperti in fatto di clima: il nostro pianeta sta diventando più caldo, lo sta facendo più velocemente rispetto al passato e a quello che molti si aspettavano.
In tutto questo ingarbugliarsi di notizie, allarmismi, errate certezze e dati di fatto, a ben pochi viaggiatori, seduti a tavolino per organizzare il?itinerario del prossimo viaggio sarà venuto in mente il particolare e curioso nesso esistente tra ghiaccio e fuoco.
Certo, perché nonostante il ghiaccio e il fuoco siano agli antipodi, sul nostro pianeta un importante legame tra il ghiaccio e il fuoco realmente esiste. Un legame perpetuo tra il ?calore terrestre? e il ?freddo dell?atmosfera?, un gioco di alternanze che vede implicata nientemeno che l?energia dei vulcani e il ?gelo? delle glaciazioni.

Ma per comprendere meglio come possa esistere questo legame dobbiamo fare un po? di chiarezza. Dagli strati interni della Terra (Mantello e Nucleo) arrivano in superficie ondate di materiale parzialmente fuso che si raccoglie in particolari serbatoi, le camere magmatiche. Periodicamente queste tasche di roccia fusa diventano instabili, si fratturano ed il materiale trova una via d?uscita verso l?alto? nascono così vigorose eruzioni vulcaniche.
Alcune di queste, quelle con i magmi più ricchi in silice e gas, danno origine a violente esplosioni che proiettano nell?atmosfera migliaia di tonnellate di ceneri e polveri. Spinte a svariati chilometri di altezza, queste particelle rimangono in sospensione a lungo e, trasportate dai venti, possono viaggiare da un luogo all?altro del nostro pianeta. Se emessi in grandi quantità, i materiali qui descritti possono costituire una sorta di schermo riflettente, che respinge nello spazio parte dei raggi solari. Conseguenza? Meno energia riesce a raggiungere le parti basse dell?atmosfera, il che significa temperature medie più basse.
Per cercare conferma a quanto affermato possiamo pensare ai ghiacciai delle nostre Alpi e allo loro ultima fase di ragguardevole espansione. Dati scientifici, dipinti e documenti storici ci riportano subito a quella che viene comunemente chiamata la ?Piccola Età Glaciale? (1400-1850). Pensiamo ora alle maggiori eruzioni vulcaniche storicamente documentate: Krakatoa, Pelèe, Tambora, Laki, Askja, Katmai, Hekla?.tutte tra il 1400 e l?inizio del 1900.
Una certa correlazione sembra proprio esserci, nonostante l?idea si presenti quanto meno bizzarra.
Ovviamente i grandi cambiamenti climatici non dipendono solo dai vulcani, per una vera glaciazione occorrono mutamenti a più vasta scala, spesso collegabili alle dinamiche astrali e alla deriva dei continenti, eventi difficilmente apprezzabili in tempi umani. Per molti alpinisti ed appassionati di montagna però sarebbe già entusiasmante ritornate ai lunghi inverni nevosi e alle pareti incrostate di ghiaccio di pochi secoli fa, quando fantasia ed audacia potevano trovare infinite vie verso il cielo.
Detto ciò, dovremmo forse aspettare un nuovo ciclo di grandi eruzioni? Forse, ma ci sono altre molteplici variabili e possibili combinazioni, in un pianeta incredibilmente dinamico e in continua evoluzione. Ciò che lo studioso, il geologo, l?alpinista e il viaggiatore possono oggi affermare con sicurezza è che la Terra è caratterizzata da sistemi ambientali di difficile lettura, fondati su delicati equilibri. I mutamenti possono essere drastici, duraturi ed, in alcuni casi, addirittura permanenti.
La certezza che in questi ultimi decenni sembra emergere è la sempre più studiata interazione tra le attività umane e i processi ambientali.
Ma non conoscendo in modo completo né effetti né meccanismi di tali fenomeni, cosa può fare ognuno di noi?
La risposta a questo complesso quesito, paradossalmente, appare oggi abbastanza intuitiva: diminuire il nostro impatto, utilizzare meno energia di origine fossile (petrolio e derivati), svilupparsi in modo eco-sostenibile. Tutto questo, nel 3° millennio, è possibile sulla carta, ma ancora di non facile realizzazione, richiedendo notevoli sforzi educativi e tecnologici e a volte sacrifici economici.
Le innovazioni socio-culturali necessarie a queste profonde svolte politico-economiche sono oggi, più che mai, necessarie per prospettare alle nuove generazioni il privilegio di poter godere a lungo delle incredibili risorse del pianeta che ci ospita. E chissà?un nostro futuro nipote si troverà a rivivere la prossima ?piccola età glaciale?, quando l?alpinismo sarà forse superato e si leggerà sui libri di storia di un passato recente, dove l?inverno sembrava perduto e gli uomini del tempo cercavano una connessione tra ?ghiaccio e fuoco?.



Foto tratte da viaggi in Islanda, Etna, isole Eolie, Ghiacciaio Adamello (Tn), Groenlandia e Sahara libico.